La felicità è benefica al corpo, ma è il dolore quello che sviluppa le facoltà dello spirito.
Marcel Proust
Chi corre lo sa, ad un certo punto non si riesce a farne a meno e la corsa diventa una danza. Il caldo non fa paura, la pioggia ci fa il solletico.
Ma chi corre sa anche che ad un certo punto arriva qualche dolorino e si è costretti a fermarsi. A me è successo dopo due anni: un dolorino sotto il ginocchio, nel ginocchio, nella tibia, nel polpaccio, nell’osso, nel nervo…insomma, qualcosa di inspiegabile.
Ho pensato che forse, il dolore è dovuto alla posizione che assumo quando dormo (quando riesco a dormire).
Sì, dormo con un piede sopra l’altro e questo per almeno sei ore preme, schiaccia, comprime.
E quindi ho provato a fasciarmi il polpaccio, a infilare un cuscino fra le due gambe. Le ho provate tutte.
Una volta, forse per avere effettuato male degli esercizi di stretching, ho patito i dolori per almeno un mese. Sentivo delle fitte lancinanti a scendere le scale o se provavo solo ad accovacciarmi.
Alla fine non ho dato retta a chi mi diceva di andare a farmi lastre, visite o altro. Ho scelto una strada diversa, la prova del nove: lo scorso anno sono salito qui, percorrendo la Scala Santa, il cui nome dice tutto. Otto ore di cammino, se qualche articolazione doveva saltare quello era il posto giusto, invece, ho rimediato solo un po’ di fatica, smaltita in un paio di giorni.
Ho quindi capito che quando mi vengono quei dolorini si tratta solamente di infiammazione e che quando arriva bisogna fermarsi, come ho fatto lo scorso inverno.
Ho ripreso a correre in primavera, prestando attenzione a come butto giù il piede, quasi imparando da zero e temo che questo esercizio dovrei farlo anche mentre cammino: osservare con la mente il piede che cade.
Bisognerebbe ricominciare da zero un po’ tutto, anche a scrivere e parlare. Si imparano tante cose in questo modo.
“Bisognerebbe ricominciare da zero un po’ tutto, anche a scrivere e parlare. Si imparano tante cose in questo modo.” mi piace talmente tanto che me la segno e condivido 🙂
uh! e pensare che questa frase l’ho aggiunta solo all’ultimo momento
hai avuto un’ottima ispirazione finale 😉
Saggissimo Pani! Mi faccio un appunto e cerco di farne tesoro 🙂
e intorno a quel tesoro fai una bella custodia ricamata, eh?
e ci vuole tempo, pazienza e un sacco un sacco di coraggio a ricominciare tutto da zero.
già…però basta ricominciare da zero una cosa alla volta, non tutte insieme
Senza dolore rischieremmo di distruggerci in ogni istante. Il dolore è doloroso 🙂 ma ci protegge, ci rende cauti.
E non solo il dolore fisico.
Ma a te non è mai capitato che se pensi a come ti muovi nelle azioni più meccaniche e abitudinarie, ti si imbroglia tutto, inciampi e sbagli come un novellino? Non sempre la routine e il “consolidato” guastano.
uh! mi ricorderò sempre di una lettura adolescenziale…parlava di una donna che non sentiva il dolore. Una pacchia! Invece era ricoperta di cicatrici. Essendo insensibile non si accorgeva delle pentole bollenti…
La routine e il consolidato sono rassicuranti ma cambiare strada ogni tanto non fa male. Ecco, oggi a pranzo devo mangiare con la mano sinistra: è da tanto che non faccio questo esercizio
E sì, bisognerebbe iniziare da zero in tante cose, condivido il commento di Stravagaria, sei meravigliosamente saggio e le tue parole insegnano qualcosa ad ognuno di noi. Bello!
di pure vecchio… 🙂
“Bisognerebbe ricominciare da zero un po’ tutto, anche a scrivere e parlare. Si imparano tante cose in questo modo.” … già ogni tanto sarebbe tanto benefico avere una spugna che cancella tutto, anche i dolori 🙂
una cancellina, un vuota cestino!
Sarebbe bello ma non so se lo userei
uah. voglio proprio impararlo questo metodo. sono troppo disattenta, la concentrazione fugge via subito.
e legala con la catenina!
così non scappa più. le metto pure una palla al piede.
una palla quadrata, altrimenti la fa rotolare
una palla quadrata al piede. ci sono pochi strumenti di tortura più temibili di questo. (un altro potrebbe essere il panettone.)
il panettone legato al piede? Uhm…sì, per i miei gusti il panettone sarebbe adatto a questo. Il pandoro no,quello va santificato in ogni momento
eh no, poi il pandoro c’è chi lo prenderebbe a morsi senza esitazioni. il panettone invece starebbe lì tutto tronfio a intralciare il cammino.
e dentro al panettone ci mettiamo il piombo
tutte uvette e canditi di piombo. ci si potrebbe caricare una pistola.
un panettone decisamente pesante
che già il panettone in sé e per sé. pesante è il suo aggettivo. una catena del genere ti trascinerebbe giù per terra.
ti farebbe sprofondare e sbucare fuori dall’altra parte del globo.
Uh come hai ragione, amico mio: bisognerebbe ricominciare da zero in tante cose… E magari recuperare un po’ dello sguardo che avevano da piccoli sulle cose! Al di là di questa apparente (e sottolineo apparente) serietà: la posa del cristiano in sepoltura mi ha fatto capottare dalla sedia.
ah sì! lo dico sempre che bisognerebbe non perdere la tendenza allo stupore, tipica dei bambini.
Forse, la posa da cristiano in sepoltura sta modificandosi. Me ne sono accorto in questi giorni. E la gamba sinistra ha memorizzato che non deve accavallarsi sulla destra.
Vedi, sei come i topi: impari dagli errori!
in certe cose però non imparo mai, anzi, peggioro
Ma noooooooo dai! Eppoi errare è umano, no?!
uh sì, e poi sono errori banali, non necessari alla sopravvivenza
Ecco, allora che problema c’è?!
🙂 gli errori che continuo a commettere riguardano la tinteggiatura delle pareti. Sono e rimango sempre un disastro. Dovresti darmi qualche ripetizione.
Ahahahah!!! Si, forse potrei!
La tuo sempre dolce e delicata saggezza..
🙂 Mi sembra di essere un pani no
Ricominciare da zero è un’avventura. Come fare un salto nel vuoto. Fa paura ma allo stesso tempo rende tutto esaltante!