Il cimitero di Sandefjord

Quando si viaggia per turismo, o quando si viaggia per lavoro e resta qualche scampolo di tempo, ci sono sempre alcune cose da fare:

  1. accendere il televisore. Negli hotel, come succede in Italia, l’apparecchio è sempre impostato sui canali a pagamento e intrattenimento per adulti. Occorre una certa perizia per uscire dal percorso guidato e trovare le reti televisive in chiaro;
  2. un salto nelle botteghe, non per il gusto di fare shopping ma per vedere cosa compera la gente del posto, osservare come sono disposti i prodotti, i grembiuli delle commesse, le corsie, gli scaffali, la merce. Da quello che mangia la gente si capiscono molte cose;
  3. un salto in tabaccheria, per vedere quali sono le sigarette del popolo, il nome, il colore del pacchetto. Soprattutto, annnusare. In certi posti, è incredibile, esistono ancora le drogherie!
  4. una visita al cimitero,  per vedere la disposizione delle lapidi e cercare di leggere quanto c’è scritto, per approfondire, verificare se in ogni latitudine coloro che muoiono sono sempre state buone persone,  strappate prematuramente all’affetto dei propri cari e poi vedere quale importanza si danno alle proprie spoglie mortali.

A Sandefjord, come in tutta la Norvegia, credo, c’è la buona abitudine di terminare presto il lavoro, per cui, venerdì pomeriggio le botteghe erano chiuse, il centro commerciale pure, il museo delle balene mi ha concesso una rapida visita di quindici minuti… mi è rimasto solo il punto 4 da approfondire.

Un bel cimitero, con le lapidi disposte quasi a caso, sparpagliate. Niente di monumentale, semplici pietre affogate nella terra, nell’erba.  Poche scritte e sembra quasi che chi è seppellito si stia scusando per il disturbo arrecato. Un cimitero vero insomma.

Infine, ho avuto ancora una volta la conferma che i nostri palinsesti televisivi sono tutti appiattiti su culi, tette e trasmissioni ipnotizzanti.
Da quelle parti invece, esiste ancora questo:

8 pensieri su “Il cimitero di Sandefjord

  1. Sono abbastanza vecchia per essere una di quelle che è nata con la televisione in bianco e nero. Ricordo bene le prove di colore con lo schermo a righe che ogni tanto saltava … e quel cerchio con scritto RAI Italia che era in scala di grigi fino a che anche lui non ha acquistato toni e colori.
    In Norvegia mi sentirei più giovane!

  2. Mio figlio è stato insieme ad una norvegese per quattro anni, poi la storia è finita e lei è tornata a vivere là, ora insegna lingue in un liceo di Bergen; lui ha vissuto per brevi periodi in Norvegia ed ogni volta è tornato entusiasta da quel paese. Sono persone concrete che si preoccupano dell’essenziale: rispettano se stessi e le regole sociali… poi forse sono facilitati anche dal fatto che sono in pochi, chissà!

  3. @petronilla: eh…anche i postini della rete sono inefficienti.

    @Solindue: in Norvegia ci si sente più giovani in ogni caso…quando è estate. D’inverno è un’altra musica.

    @lisboantigua: non per niente da un po’ di anni viene considerato il miglior posto in cui vivere. Io ho conosciuto uno spagnolo che è finito in Norvegia per amore. Finito l’amore si è innamorato di nuovo ed è rimasto là, con un’altra norvegese.

  4. Beh, io quando viaggio vado a sempre a visitare i cimiteri…trovo che siano luoghi pieni di poesia. A Parigi li ho visti tutti, ho passato interi pomeriggi tra le tombe…ti confesso che qualcuno non mi capisce.
    Non importa, basta che mi capisca io!

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