Quando si viaggia per turismo, o quando si viaggia per lavoro e resta qualche scampolo di tempo, ci sono sempre alcune cose da fare:
- accendere il televisore. Negli hotel, come succede in Italia, l’apparecchio è sempre impostato sui canali a pagamento e intrattenimento per adulti. Occorre una certa perizia per uscire dal percorso guidato e trovare le reti televisive in chiaro;
- un salto nelle botteghe, non per il gusto di fare shopping ma per vedere cosa compera la gente del posto, osservare come sono disposti i prodotti, i grembiuli delle commesse, le corsie, gli scaffali, la merce. Da quello che mangia la gente si capiscono molte cose;
- un salto in tabaccheria, per vedere quali sono le sigarette del popolo, il nome, il colore del pacchetto. Soprattutto, annnusare. In certi posti, è incredibile, esistono ancora le drogherie!
- una visita al cimitero, per vedere la disposizione delle lapidi e cercare di leggere quanto c’è scritto, per approfondire, verificare se in ogni latitudine coloro che muoiono sono sempre state buone persone, strappate prematuramente all’affetto dei propri cari e poi vedere quale importanza si danno alle proprie spoglie mortali.
A Sandefjord, come in tutta la Norvegia, credo, c’è la buona abitudine di terminare presto il lavoro, per cui, venerdì pomeriggio le botteghe erano chiuse, il centro commerciale pure, il museo delle balene mi ha concesso una rapida visita di quindici minuti… mi è rimasto solo il punto 4 da approfondire.
Un bel cimitero, con le lapidi disposte quasi a caso, sparpagliate. Niente di monumentale, semplici pietre affogate nella terra, nell’erba. Poche scritte e sembra quasi che chi è seppellito si stia scusando per il disturbo arrecato. Un cimitero vero insomma.
Infine, ho avuto ancora una volta la conferma che i nostri palinsesti televisivi sono tutti appiattiti su culi, tette e trasmissioni ipnotizzanti.
Da quelle parti invece, esiste ancora questo: