01.02.2020 | Febbraio
Lui dormiva, aveva il respiro pesante, quello dei gatti quando stanno per morire. Lei si mise in piedi sopra di lui e impugnò la pistola con entrambe le mani perché così aveva visto fare. C’era solo un punto a cui mirare ed era quella ruga d’espressione in mezzo alla fronte. Chiuse gli occhi e sparò.
La prima a gridare fu lei e subito dopo la pistola le cadde dalle mani. Poi gridò lui, terrorizzato per l’esplosione e per quella cosa che gli era passata vicino all’orecchio.
“Ma che hai fatto, sei impazzita?”
“Ho sbagliato, volevo solo vedere come era fatta una pistola” si scusò.
“Volevi vedere? Mentre io dormo tu vuoi vedere come è fatta una pistola? E ti metti a cavalcioni sopra di me? Tu volevi ammazzarmi!”
“Hai ragione, volevo ammazzarti”.
“Perché? Dimmi perché?”
“Perché è febbraio, fuori fa freddo ma tu sei ancora più gelido. E io non voglio congelare. Avevo mirato alla ruga che hai in mezzo alla fronte ma devo essermi distratta”.
Lui si alzò, prese la pistola e gliela puntò contro.
“Io non mi faccio distrarre” disse.
Invece, quando la scollatura della vestaglia fece un sospiro, lui perse la testa e la pistola gli sfuggì dalla mano.
“Conosci altri modi per spianarmi la ruga?” le chiese.
“Forse sì”.
“Sono disposto a correre questo rischio”.