18 gennaio 2020

Indossavo pause di Beethoven e crome di Ravel,
mi profumavo con fragranze di bolero e note appena uscite dal pentagramma.
Mangiavo mordenti a colazione, acciaccature a mezzogiorno e Chopin fuori pasto.
Passeggiavo su viali impressionisti con Van Gogh e Gauguin
e poi quei maledetti francesi di Verlaine e Rimbaud.
Nei sotterranei di velluto seguivo le funzioni di sacerdotesse del punk, re lucertola, duchi bianchi ma non camminavo on the wild side: sgranavo rosari veri con la nonna paterna.
Erano i miei anni di trementina, i più lieti e tristi.