2. Ipocrisia e carbone
Il suo ultimo maestro di pianoforte – un russo che masticava spicchi d’aglio come se fossero caramelle – lo aveva ammonito:
“Prima o poi il tuo amore per la musica si affievolirà, ma se cerchi una donna, se decidi addirittura di spendere una vita intera con lei, scegli quella che il suo sguardo affonda dentro di te, quella che è capace di osservarti per cinque minuti senza mai staccare gli occhi. Ma soprattutto ascolta prima la voce di sua madre”.
“Sua madre, la madre di lei?”
“Sì, proprio lei. Se ha una voce grigia come il carbone lasciala perdere: è l’espressione di idee stagnanti e malsane, pregne di ipocrisia e menzogne. Danno frutti con il verme dentro e presto o tardi lo vedrai uscire. Scegli una voce blu, rarissima da trovare”.
“Perché?”
“Non si fanno riconoscere, parlano poco. Ma dai retta a me, se non ci riesci, cerca una voce giallo rossa graffiante, almeno ti divertirai”.