Non so quanti passi fossero, una volta li ho contati ma me lo sono dimenticato. Oggi mi ero ripromesso di farlo ma…troppi pensieri, e non avrò altre occasioni.
Sono circa 2000 i metri che intercorrono tra casa mia e la sede del lavoro e che percorro per quattro volte al giorno. In un anno devo aver camminato per circa 1760 chilometri, sono stato fermato da una trentina di persone che mi hanno chiesto informazioni su località, supermercati, stazioni, uffici. A terra ho visto oggetti sgradevoli e di varia natura ma ho anche raccolto soldi e palline magiche.
Lo so, la mia era tutto sommato una condizione felice, invidiabile ma diciamo la verità: quanti l’avrebbero affrontata come me, a piedi e costantemente? Ora è finita, dovrò tornare ad usare la macchina. Non sarò come pendolante e nemmeno come rosaverde però…mi mancheranno le mie camminate. Mi mancherà uscire di casa, con qualsiasi tempo, infilare le cuffiette nelle orecchie, decidere la musica e partire. Mi mancherà la ragazza sulla 500 bianca che incontro al semaforo, una mia cugina che incrocio e saluto con la mano, i tassisti in attesa, gli Gnomi Verdi, le vecchiette delle case con giardino. E mi mancheranno le impiegate dello stabile in fondo alla via, soprattutto due di loro, le più belle, o almeno quelle che lo sono per me. Quelle che vorrei far avvicinare al vetro. Sì, picchierei con le nocche sull’ampia vetrata e loro alzeranno lo sguardo.
“Puoi venire qui?”
Porteranno l’indice all’orecchio, diranno che non sentono, mi faranno segno di girare l’angolo e chiedere informazioni in portineria. Ma io sono bene da dove si entra, lavoro addirittura per loro, anche se non lo sanno.
“Vieni qui” farei segno con la mano.
E allora, quando saranno vicine, una alla volta, perché i loro uffici sono staccati, senza paura glielo direi:
“Sei bellissima! No, non temere, non c’è nessun doppio senso, nessuna velata proposta. È solo il mio elogio alla bellezza. Prendi questo complimento così come viene: sei bella! Ciao, non mi vedrai più”.
Oggi è l’ultimo giorno che trascorro qui, ora rientro a casa, mi fermo davanti alla vetrata e le saluto.
Ops…ho dimenticato di essere venuto in macchina per portare via gli scatoloni. E poi, loro sono in ferie.
Che bello il nuovo look ^__^ ti leggo sempre dal feed reader e non l’avevo visto…mea culpa!
In bocca al lupo per la nuova avventura lavorativa!
grazie! E grazie anche per il resto .-)
Peccato! Le passeggiate giornaliere a piedi permettono di pensare con calma.
Potresti parcheggiare lontano da casa… così anche usando la macchina manterrai questa bella abitudine 😉
ho valutato il percorso in autobus ma ci sono troppi cambi o troppo da camminare. Farei prima in bicicletta, sempre se trovo un percorso adatto.
allora. prima di ogni cosa vado a bruciare i server (anche se non so cosa sono e non so a cosa servono. e non so se posso dargli fuoco.) di wordpress. non ero più iscritta al tuo blog. mi ero persino persa il restyling e la foto col ragazzo in giacca rossa alla stazione u_u sono molto contrariata. oggi dovrò recuperare tutto.
Uh, è colpa degli smartphone e dei nostri ditini. E’ un attimo disiscriversi, è successo anche a me
ci vuole una punizione esemplare per questi touch screen
bisogna passarci sopra con la carta vetrata
così diventerà ruvido e ben distinguibile
e le dita non scivoleranno su icone non desiderate
precisamente. ci vorrà un bel rilievo per evitare di premere pulsanti indesiderati
e se nei touchscreen ci mettessero i tasti sopra?
la tecnologia non può che muoversi in questa direzione. bisognerà abituarsi
ah sì, io voglio un touchscreen con i tasti grossi come un pollice, che fanno click click quando li tocchi
ahhh il click click è davvero irrinunciabile. tasti comodi e morbidi, piacevoli da premere e col suono adeguato. come fanno a non pensare a questi dettagli indispensabili?
magari anche con il drinn del carrello a fine corsa, come le macchine per scrivere
quello non ho nemmeno avuto il tempo di godermelo appieno!!! ho bisogno di una macchina da scrivere. non dovrebbe essere così difficile
io ne ho due. Ah! Che musica che fanno
mi piaceva tantissimo il suono dei tasti. era come una macchina proibita perché l’inchiostro e i foglio c’erano per cui non potevo usarla. era la macchina di mio nonno se non sbaglio. ho sempre sognato di poter ticchettare senza limiti! ma anche doverlo fare in sordina era bellissimo
scrivere a macchina è quasi come suonare il piano
mi piacerebbe proprio iniziare da lì.
uf, adesso mi viene voglia di portare su la vecchia macchina
e io ho voglia di setacciare il web alla ricerca della macchina per me. chissà che mia madre non sappia dov’è quella di nonno però. che poi era anche sua perché per un periodo lei stenografava
e fumava pure la pipa. Fa tanto George Simenon
è proprio un personaggio da mettere su carta. non è la prima volta che ci penso.
uff, tu pensi troppo! Prendi la penna e fallo subito!
ma ogni due minuti lei aggiunge dettagli! servirebbero molti prendiappunti per aggiornarmi costantemente
fateli prendere da lei!
le fornirò penna e taccuino e guai se si fa sfuggire qualcosa
giusto, altrimenti la portiamo al mercato, pure lei!
e giù botte *___*
anche lei? Caspita, ci saranno i poliziotti in tenuta antisommossa quel giorno
sarà una scena madre da ricordare!
immagino verdure fresche e frutta secca volare per aria, come quando passa Obelix
riuscirermo a far volare anche qualche menhir. sarà davvero un putiferio
🙂 ah, quel giorno devo esserci.
ti avviserò appena fissiamo il sabato *_*
e io avviserò pure le televisioni
più siamo meglio è. serviranno molte comparse per fare i feriti e la folla urlante.
e urla strazianti, pianto e stridor di denti
e lacrime amare e pane di lacrime!
(c’è veramente un punto in cui nominano questo pane di lacrime. mi fa ridere tantissimo.)
pane di lacrime? Accidenti, deve essere curioso come sapore
se le lacrime erano amare dev’essere un pane difficile da mandar giù ma nella ricetta non è specificato.
del resto, io le lacrime dolci le ho sempre trovate con difficoltà
potrebbero venderle al bazar delle spezie ma credo siano più costose dello zafferano in pistilli.
le lacrime salate sono le più diffuse ma un pane di lacrime amare dev’essere davvero insolito.
le lacrime devono essere divise in varietà, come le mandorle. finora non ci avevo mai riflettuto a fondo
Pane e lacrime mi intriga di piu del pane con le olive o l’uvetta
sono uvetta e olive sono superati ormai
Roba da anni Cinquanta
le olive le voglio in purezza. e mando giù anche il nocciolo. così mi cresce un ulivo sulla testa.
Allora bisogna potarlo altrimenti perdi l’equilibrio, se ancora ce l’hai
l’equilibrio lo conosco di vista ma non siamo mai stati opportunamente presentati. l’ulivo potrebbe cambiare la situazione
Un olivo in testa dovrebbero portarlo tutti, diamine!
non cresce molto in altezza quindi è comodo da portare. e omaggi comunque di utili centimetri chi non è molto alto.
Basta che non prenda un disegno biforcuto
bisognerà indirizzarlo bene sin da quando è un germoglio
Si, una forma tondeggiante, a bombetta
elegante e comodo. non ci sarà rischio di infilare ramoscelli sporgenti negli occhi dei passanti
E ci si possono appendere perfino le chiavi di casa
così non le perderò più nella borsa!
Ah ma anche la borsa puoi metterla in testa
la incastro tra i rami così non devo continuare a portarla sulla spalla destra che poi sto tutta storta!
Nel tronco ci facciamo pure una porticina per tenere chiavi e soldi e poi, perché. No, si può ospitare un nido di pettirossi
i pettirossi sono indispensabili. ci vuole un po’ di movimento tra le foglie.
ci si può anche fare una piccola casetta
così quando nevica saranno al riparo
e se uno ha il complesso della statura, può optare per un pino
ohhhhh mi piacerebbe molto un sempreverde. d’inverno potrei addobbarlo a dovere
potresti tenerci anche qualche scoiattolo o picchio muratore
gli scoiattoli aiutano con la raccolta delle noci chi non vorrebbe ospitare un picchio muratore sulla propria testa?
così quando hai mal di testa, toc toc toc, te lo manda via
ne avrei molto bisogno
dobbiamo mettere su un allevamento di picchi muratori allora. Con la crisi dell’edilizia che c’è, forse è anche facile trovarli
saranno tutti a spasso poverini. con questo freddo.
Adoro le vostre conversazioni ^_^ Dovreste scrivere qualcosa a 4 mani…
Se cominciamo non finisce più:)
Sai che mi spiace? Sono sicura che cambi in meglio e che andrà bene però la passeggiata giornaliera te la invidiavo non poco. Mi sembrava un lusso, vista da ovest. (Bello il restyling)
sì, era un vero lusso e per questo me la sono goduta fino alla fine. Sapevo che non sarebbe durata a lungo.
Ci saranno milioni di altri passi da fare. In posti verdi, rossi, gialli o blu. Ci saranno nuove persone da incontrare e salutare. Sarà un grande anno, lo sai, vedrai.
Coraggio. Sorriso, sempre.
mah, il nuovo posto è in mezzo alle strepane, nessuno da osservare, forse le pecore durante la transumanza. Comunque sorrido 🙂
I commenti danno per scontato che sia una circostanza autobiografica, mentre io avevo dato per scontato fosse un racconto come suggerito dai tag (sì, lo so, un racconto può essere anche autobiografico), quindi chiedo lumi.
P.S. nell’universo del calcio giocato per strada un passo è uguale a un metro, quindi 2000 metri sono 2000 passi
autobiografico, ma a me piace raccontare storie e allora metto tutto sotto il tag racconti.
Sì, più o meno erano 2000, quindi manco arrivavo ai 10000 consigliati
Bicicletta, bicicletta, vogliamo Pani pedalante!
E comunque un amico saggio oggi mi ha detto che il 2015 andrà meglio, sarà così 😉
il pani pedalante ci proverà ma sono dieci km su strada ad alta densità di traffico e con poca ciclabile. uff.
Il 15 è un numero che non mi piace però cercherò di farmelo piacere
Uh, a me il quindici non dispiace, è un numero adolescente 🙂 !
Dieci chilometri sono tantissimi!
fa venti in tutto!
appunto, il quindici è un numero da adolescente e già la parola non mi piace.
Nel senso positivo del termine, intendevo…venti in tutto è una fatica!
be’, potrei affrontarli un paio di giorni la settimana, tanto per tenermi in esercizio
Ecco, questa è un’ottima idea!
ma un giorno voglio pure farla a piedi
Si chiude un capitolo, se ne apre un altro: mi hai appena fatto ricordare che ho vissuto mille vite.
Un abbraccio, e ancora buon 2015!
Mille vite sono tante! Io mi accontento di 999.
Buon anno anche a te!
buh,Gnomi verdi?pure quelli ci sono?
sì, giardinieri
Ogni sede di lavoro ha intorno la sua umanità, piano piano la scoprirai e saprai coglierne le “bellezze”. 😉
e non solo, magari ci fosse quello e basta
Per chi sa vedere c’è sempre un mondo là fuori da guardare sia in macchina che a piedi, perciò in bocca al lupo per il nuovo lavoro!
grazie! cercherò di guardare bene, in tutte le direzioni