Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è una barca in fondo al giardino: è rovesciata, bianca, probabilmente di vetroresina. Non va manco bene per dare alloggio ai bogoni.
Al civico 35 una bandiera gialloblu sventola sul balcone, probabilmente un leghista o un tifoso dell’Hellas.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, svetta un bandiera italiana. Mi chiedo se si tratti di un antileghista o un antieuropeista.
Il gatto morto di mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato di pochi metri, in mezzo all’erba e poi ancora, vicino al muro. Immagino che siano stati i topi a portarlo fino là. Di questo gatto curioso, a dieci passi di distanza -a volte anche quindici – se ne sente già la puzza: grigia, sibilante, acuta. È strano come in vita ognuno puzzi a modo suo mentre da morti puzziamo tutti allo stesso modo. Il gatto puzza come il geco che avevo trovato in casa mia, come le carogne dei topi lungo certi progni, come i miasmi che fuoriescono dalle tombe mal sigillate.
Una morte profumata, questa è la nuova frontiera. Dateci una morte da Chanel n° 5.
Oggi sei macabro…
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è una barca in fondo al giardino: è rovesciata e vi albergano le lumache e quando piove forte anche il gatto.
Al civico 35 una bandiera gialloblu sventola sul balcone, festeggia la vittoria del derby cittadino.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, svetta un bandiera italiana che incita alla ripresa economica.
Il gatto morto mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato di pochi metri, in mezzo all’erba e poi ancora, vicino al muro. Immagino che siano stati i topi a portarlo fino là, per preservarne lo scempio e farlo decomporre sull’erba, in modo che quello che resta di lui dia vita a nuovi fiori profumati. Sono topi gentiluomini questi qui, rendono onore al nemico.
🙂 che fortuna essere passata dopo il primo commento. Quante versioni ne farai?
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è una barca in fondo al giardino: è rovesciata, bianca e impreziosita con tessuti di recupero e corde di cotone. Ci albergano chiocciole hippy e millepiedi claudicanti.
Al civico 35 una bandiera gialloblu, ricamata a uncinetto e tempestata di diamanti sventola sul balcone: la sua proprietaria festeggia l’anniversario di nozze.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, sventola leggera una bandiera d’organza: pare una nuvola, uno stecco di zucchero filato, lo sbuffo di una pipa.
Il gatto morto mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato di pochi metri,in mezzo all’erba e poi ancora, vicino al muro. Immagino che siano stati Camilla, Penny e Russalka. Sì, di sicuro sono volate fino qui, hanno sollevato il corpo del povero gatto e l’hanno adagiato sull’erba, tra le primule e gli occhi della madonna, margherite e tarassaco che con i loro profumi accompagnano l’anima in alto.
Pani sei un mito, leggerti mi fa sempre sorridere e apprezzo tantissimo il tuo approccio scanzonato e trasversale 🙂
Fantastica la versione di Viv!
Quandu t’è morto ti t’e’ ne batti o belin ,scus-e, di atri e allua o gozzo inboso,a bandea giana e breu, a bandea italia-na, o gnao morto e i ratti rompi belin……che vaddan a bagasce….tutti profumme-e o che spussan.Bona eh!!!!:)))
🙂
La traduzione!
Ma caspita, una deriva noir! In effetti anch’io ora sono curiosa di leggere le prossime versioni 🙂
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è un gozzo in fondo al giardino: è rovesciato, bianco, di legno calafatato. Sotto ci dorme il cane di Alice.
Al civico 35 una bandiera gialloblu sventola superba, e i suoi tiranti tintinnano nell’aria.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, svetta un bandiera italiana, che gareggia con la precedente e tintinna ancora più forte, ancora più veloce.
Il gatto morto di mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato di pochi metri, in mezzo all’erba e poi ancora, vicino al muro. E’ stato Fabrizio, il barbone di via del Commercio. Perché “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori” dice lui. E infatti, pare già profumare e non mi meraviglierei se domani, o non più tardi di oggi stesso, già spuntasse un fiore.
Meraviglioso, meraviglioso 🙂
ce ne sarebbe un gran bisogno. anche peeché qui la gente sembra sempre disposta a toglierti un po’ di dignità, in vita o in morte, per l’odore. solo
che in morte non se ne parla troppo per convenzione. più che altro
si bisbiglia.
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è una bara in fondo al giardino: è aperta e oltre a qualche pianta di limoni contiene anche delle zanne di elefante e ossa puniche.
Al civico 35 una proboscide zebrata spara bordate di neve finissima, come se fosse pieno inverno e si dovessero imbiancare le piste.
Al civico 37, una proboscide screziata spara coriandoli colorati per far divertire gli ombromini del viale.
Il gatto morto mercoledì scorso è ancora lì. Le pupille l’hanno preso di peso e spostato un po’ in là, sull’erba e poi ai piedi dell’ombrobecchino, il quale ci vigila sopra, l’accarezza e poi lo seppellisce del tutto, per dare nutrimento alle proprie radici. E poco importa se puzza, i piedi non sanno mai di violetta.
ok, questa è da illustrare u_u
tu ne hai di cose da illustrare, una valanga
davvero. solo con questo post e i commenti annessi posso riempirci un’agenda. (ho bisogno di un ombromino prendiappunti. che mi dia qualche schicchera mnemonica di tanto in tanto)
secondo me c’è una folla di ombromini fuori dalla porta che farebbero carte false per essere assunti come prendiappunti
dunque, meglio che mi organizzi anche per fondare un centro per l’occupazione degli ombromini. sono così volenterosi, è un peccato non assegnargli un giusto compito
si, e devi metterli in riga…spronarli come fossero cavalli. Un plotone di ombromini è un’armata invincibile
loro in alto in alto. e le pupille scatenate subito dietro. se ne guardi uno non vedi le altre. sarebbe letale!
una pioggia di pupille mi fa venire in mente una tempesta di frecce
per la velocità si appiattirebbero e appuntirebbero, come proiettili
già…meglio averle amiche le pupille e tenersele buone. E sopportare anche i loro dispetti.
e poi con la bella stagione se ne vanno in giro a scorrazzare, a tirare i baffi ai gatti e le penne ai merli, a rimbalzare trai i fiori e sonnecchiare sull’erba nuova. così in casa fanno meno trambusto
io le ho viste intrecciare le code delle lucertole e infilare le scarpe ai millepiedi. Alla cagna assassina del mio vicino, quella che ha sbranato il povero Bach, hanno riempito le orecchie di terra per gatti
ah, delle volte partono per meravigliose spedizioni punitive. quando le vedo con un cipiglio severo le lascio andare senza chiedere nulla. meglio non mettersi in mezzo, sanno essere senza scrupoli
proprio così, a volte è meglio dare carta bianca e non sapere. E neppure provare a chiedere qualcosa! Io a una pupilla non chiederei mai niente di personale, neppure il numero di scarpe
meglio aspettare che mi raccontino loro qualcosa. dopo aver battuto un po’ i piedini per avere un dolcino della buona notte. prima di andare a dormire sono così distese e socievoli. ammesso che abbiano avuto una giornata piena. di dispetti, vendetta, fiori, capriole. di certo anche la loro è un’agenda molto fitta
Come diceva Totò, la morte è ‘na livella, anche olfattiva
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è il vagone di un treno in fondo al giardino: ha i finestrini abbassati e una rosa rampicante ci gira intorno. La sua padrona ci va a dormire quando suo marito russa troppo forte.
Al civico 35 una bandiera bianca e rossa sventola sul balcone, probabilmente è il ricordo di un capotreno o la mantella di un costume da supereroe.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, svetta una tovaglia a quadri blu. Mi chiedo se trasformandola in camicia starebbe bene con i miei pantaloni.
Il gatto morto mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato dai binari della vecchia ferrovia e l’ha messo tra i topinambur. Immagino che sia stato il capotreno in pensione o la signora del vagone perché lo so, ci sta facendo un pensiero e muore dalla voglia di prendere quel gatto per affossarlo sotto il roseto.
Ma desiste, perché non ama gli odori forti e si domanda come fanno i fiori a profumare così tanto se nascono dal letame.
“Che le nostre anime profumeranno di Chanel n°5?” si chiede infine, tappandosi il naso e prendendo la carcassa del gatto.
Sei un grande!
Mi piace questo rivisitare lo stesso percorso traendone sempre nuovi dettagli e pensieri. Qui c’è la stoffa del narratore. 😉
Al civico 33 A, quando la fila di bancarelle del mercato giunge al termine, c’è una casetta di legno in fondo al giardino: è dipinta di bianco e dentro contiene libri di poesia. Lo so perché da lì esce una buona musica.
Al civico 35 una bandiera trasparente sventola in La minore sul balcone. Le fa eco il colombo sul canale di gronda.
Al civico 37, su un pennone impiantato nel giardino, sventolano un paio di mutande bianche, piovute per caso, forse da un volo low cost.
Il gatto morto mercoledì scorso è ancora lì. Qualcuno l’ha spostato di pochi metri, in mezzo all’erba e poi ancora, vicino al muro. Immagino che siano stati i bambini della scuola a portarlo fino là. Hanno gareggiato per vedere chi era il più coraggioso. C’è chi l’ha preso per la coda e spostato di due centimetri, chi l’ha preso per una zampa e spostato di tre ed il più forte, che l’ha preso con entrambe le mani e portato lontano. Poi questo ragazzino se le è annusate scoprendo che sapevano solo di terra bagnata.
Appunto, come dicevo più sopra.
mavvalà!