Durante la malattia è un piacere perfino privarsi del cibo. In realtà non se ne sente alcun bisogno, di solito si beve ed è sufficiente. E’ una bella sensazione il ricambio idrico, dà proprio l’impressione di effettuare un lavaggio interno.
Quando comincia a tornare l’appetito e si ritorna a mangiare come si deve, si ha la consapevolezza che torniamo ad inserire veleni nel nostro corpo. Poi si comincia a stare bene, e questi pensieri passano.
Ecco un’altra cartolina digitalizzata:
Pulizia
“Non mi piace il colore dei tuoi occhi” disse il medico.
“Forse è perché lavoro tutto il giorno con il computer” rispose il paziente.
“Sembra quasi che ci sia un velo…”
“Infatti, spesso vedo tutto annebbiato”.
“Uhm…”
Il medico prese della candeggina e la mise su una salvietta.
“Dottore, cosa vuole fare?” chiese il paziente allarmato.
“Niente, ci diamo solo una pulita. Con gli occhiali funziona sempre”.
“Dottore…”
“Sss, tranquillo”.
“S-sì…”
non so perché, mi viene voglia di scrivere a mano. in bella grafia però e sulla carta giusta, la penna adeguata.
grandi utopie.
se riuscissi a prolungare il momento mattina. vorrei andare avanti a tè.
il momento mattina è molto raro
davvero. considerando che in genere prima delle 10 e 30 (siamo gentili) non accenno a scollare le palpebre.
servirebbero delle corde, come le tapparelle.Lecorde che alzano le palpebre
ho sempre desiderato cose del genere. corde o tiranti per le palpebre. e un alzatore dal letto. che anche mettersi seduti è così difficile.
sì, le palpebre a mo’ di scuri non mi convincono tanto
ghigliottinano le pupille.
come quell’arnese che taglia a fettine l’uovo sodo?
quando l’ho visto per la prima volta. avrei voluto sodare tutte le uova. e farle a fettine e quadratini e striscioline e spicchietti e.
una fetta sottile e trasparente di pupilla. chissà che sapore ha il vuoto di pupilla.
un tempo avevamo parlato dell’albume d’occhio, o no?
si, si. è tutto chiaro. l’uovo bulbooculare ha il tuorlo nero. e le kalaze iridee sono di vari colori.
è uno strano essere anche l’uovo, va.
molto sospetto.
però la sua rotondità suggerisce una dolcezza d’animo.
è tranquillizzante la sua forma. se così non fosse non lo avvicinerebbe nessuno.
è tranquillizzante anche il suo nome. Non poteva chiamarsi diversamente.
ci sono dei nomi, delle parole, che non potevano essere diverse.
per dire uovo metti la bocca a uovo, come per mangiarne uno intero. e poi anche utilizzando le lettere della parola verrebbe fuori un uovo scrittografico niente male.
(lìultima parte non so bene cosa ho scritto però dovrò fare una prova.)
ma ti sei spiegata benissimo. Pure occhio sta bene che si chiami così
occhio. oooocccchioooo. caspita, quanto è vero.
(che poi mangiare un occhio intero come si mangerebbe un uovo. mi incuriosisce tanto. dev’essere un occhio umano però. non troppo pccolo né troppo grande.)
saresti capace di spargerci il sale sopra?
non se il nervo ottico è ancora collegato!!!!!!
penso che avvizzirebbe come una prugna secca in pochi secondi, un bulbetto oculare dei miei.
chissà come diventano degli occhi secchi.. Forse come i pomodori?
essìì le venuzze rosse diventerebbero ancor più rosse e la forma tonda si schiaccerebbe..forse. bisogna provare.
hai del materiale di prova?
ho solo questi due in faccia. chissà se si potrebbero definire “di prova”.
meglio di no, conservali con cura e cercane degli altri 🙂
ché se usassi questi poi avrei grosse difficoltà ad trovarne altri.
Uh. E poi?! Ma come finisce??
Si fa male?
non sapere a volte è più inquietante
Infattiii!! C’ho l’ansia!
pensa che noia a sapere tutto
Si vabbè…ma qualche cosetta…?
Chessò….un accenno…
🙂
il fastidio sta tutto nell’attesa. Non ti sei mai fatta mettere il collirio da qualcuno?
Muahahahah 😀
pani sissa è così… è che la disegnano così… non regge la suspance
per lei pesa troppo?
Attento pani, ché anticamente i saggi eremiti che si sottoponevano al digiuno alla fine avevano le visioni… 😉
Bella la cartolina. Inquietante non tanto il medico, quanto il paziente. Fiducia cieca nell’autorità e nel titolo accademico, a quanto pare!
i saggi eremiti si drogavano in modo economico.
Io mi fido tanto della mia dentista e anche della mia oculista ma ora, dopo le tue parole, starò molto più attento
Uh, inquietudine!
bruciore…
E inquieta la descrizione…ne so qualcosa, ti ricorda quando mi sono tagliata l’occhio con il foglio di carta?
Brrr…se ci penso!
uh! hai mai provato a potare l’olivo o il bambu? Le loro foglie appuntite sono micidiali
Me ne guardo bene…
oppure munisciti di lenti protettive
O di un giardiniere 🙂
troppo comoda!
Sì, credo proprio che queste cartoline dovrai legarle con un nastro rosso e… spedirle! 😉
sì,le spedisco nel cassetto!
Pani… ehm… queste cartoline mi lasciano un pò così devo ammettere… Mi stai diventando inquetante?
sono cose vecchie…l’alternativa era buttare tutto nella stufa
A me lo stile minimal inquietante non dispiace. Mi piace essere spiazzata ma ancor più sto apprezzando le tue riflessioni sulla malattia casalinga, l’influenza benigna e benevolente che ci riporta al calore rassicurante delle lenzuola e alle spremute d’arancia.
sì, se non ci fossero le riflessioni sulla malattia queste cartoline sarebbero proprio banali
un mio amico aveva un bruciore agli occhi e ha pensato bene di passarci un bel fazzolettino imbevuto di succo di limone…
non è candeggina ma è finito comunque in ospedale: ma come gli è venuto in mente?
la realtà supera la fantasia.
A
quel tuo amico era molto strano…parecchio strano
Chissà che occhi dopo averci passato la candeggina. Lucidi e bianchissimi come due uova sode.