Racconti provenzali: Oui, c’est perfect

Era stato sufficiente uno sguardo. E poi un sorriso.
Il giovane uomo capì e andò a sdraiarsi vicino alla signora, una bionda di sessant’anni che di sicuro, con gli abiti addosso faceva ancora la sua bella figura.
Il tessuto che mancava lasciava capire che la sua pelle non era più giovane, tonica, liscia. Abbronzata sì, ma permeata di sottili rughe.
“Je suis Patrick” disse il giovane uomo.
“Moi c’est Armelle” rispose la donna.
Trascorsero tutto il pomeriggio al sole, parlando e ridendo. Lei si portava la mano alla bocca quando le risate diventavano troppo aperte. Lui le dava dei piccoli buffetti sulla spalla, come per farle coraggio, come per dire:
“Su, su, ridi senza paura, non nasconderti”.
Verso sera lei riavvolse il telo, calzò i sandali, prese la borsa gialla e tornò all’albergo.
“Vorrei prenotare un tavolo per due” disse all’impiegato della reception. “Mio nipote è venuto a trovarmi”.
“Oui madame” rispose l’impiegato, senza alcuna espressione.
La cena fu rapida, fatta di piccoli assaggi e buon vino del Var.
Patrick si alzò e chiese al pianista di suonare una canzone, un evergreen.
“Il peut être Moon River?”
“Oui, c’est perfect”.
Tornò al tavolo dove Armelle lo attendeva con curiosità.
Non appena partirono le prime note Patrick le disse:
“Cette music est pour toi, c’est toi”.
Dopo la champagne si alzarono, lei lo prese per mano e lo guidò fino alla propria stanza.
Rimase immobile, ferma come una quindicenne impaurita.
Lui prese a spogliarla con calma, baciando la pelle che tornava alla luce, in modo da rendere meno dura l’esposizione.
Con la lingua lisciava ogni ruga, come un vento impetuoso che spiana i castelli di sabbia e toglie le impronte dalla sabbia.
Infine la sdraiò sul letto.
Mentre si muoveva, lento e delicato, osservava il volto di Armelle, le pupille che roteavano, le labbra che si inturgidivano.
Pensò a quanto fosse potente l’amore, a come riusciva a ringiovanire le persone.
Quandò sentì le unghie di lei affondare nella schiena, pensò egoisticamente di aver compiuto la sua buona azione e poco dopo glielo disse:
“Sono stato bravo?”
“Alla tua età si è bravi per forza” replicò Armelle un po’ piccata per quella domanda che aveva spezzato l’incanto.
“Sì…ma non con…”
“Con? Continua”.
“Volevo dire che si è bravi con un partner giovane” rispose impacciato.
Lei si sollevò, si coprì il seno con il lenzuolo e indicò la porta.
“Esci”.

La Londe, 18-06-08

72 pensieri su “Racconti provenzali: Oui, c’est perfect

  1. Leggendoti oggi ho respirato una sensualità tenera, nè troppo velata, nè troppo esplicitamente dichiarata caro Pan.

    L’amore può ringiovanire le persone, sì, o meglio, lo spirito delle persone, non certo il corpo che segue il corso del tempo…
    E questo Patrick infondo lo sa, come sa che non avrebbe bisogno di conferme, ma cade nel tranello di volerne comunque avere…

    Ed anche Armelle sa.
    Sa che quel giovane partner uscirà da quella porta, sa che quell’incanto non è destinato a durare nel tempo ed è una consapevolezza pudica la sua, come quel suo gesto di coprirsi il seno col lenzuolo.
    Una vera Madame, oui c’est perfect.

  2. Scusa Pan, stiamo continuando la discussione su questo tuo pezzo anche nell’angolino…

    Riporto qui un paio di commenti, mi sembra che ti appartengano, quindi te li copio, poi se preferisci cancellali…

    Certo mia cara che l’ho letto l’ultimo post di Pan e l’ho pure commentato.

    Elle:
    A me non ha messo tristezza, forse perchè non ci ho letto tristezza in Armelle ma solo tanta consapevolezza, in tutto ciò che fa e che dice.
    Consapevolezza della sua femminilità, del suo tempo, della giovinezza che fu e di come a volte, anche un cuore non più giovane possa tornare a sentirsi tale.
    Ho sentito questo più che le differenza d’età, più che le “prestazioni occasionali”, più che il sesso fine a se stesso…se c’era a me è passato in secondo piano.

    su Luglio 24, 2008 a 1:08 pm72 donnaemadre
    Armelle è una donna piena di dignità e consapevolezza, ma lui è un grandissimo st@@@@o.

    Ma d’altra parte, anche lui aveva scarsa stima di se stesso, visto che si proponeva come pene ambulante e non come persona, come “giocattolo sessuale” piuttosto che come uomo che stava con una donna che, perdinci, qualcosa gli avrà pure ispirato!

    su Luglio 24, 2008 a 1:12 pm73 Elle
    Il tuo commento è in coda di moderazione.

    In effetti su di lui non mi sono soffermata abbastanza…ho subìto anch’io il fascino di Armelle, di fronte alla sua personalità qualsiasi gigolò scompare e Patrick non fa eccezione.

    Ma il quadro va guardato nella sua interezza non solo fermandosi al particolare (per quanto Armelle riempia già da sola gran parte della tela) ed è vero anche ciò che hai osservato tu.

  3. a dire il vero, quando era partito il racconto era una vera storia d’amore. E nella prima stesura il finale era diverso. Si concludeva con un pensiero di patrick che si rammaricava per la differenza d’età.
    Poi ho cambiato registro, l’ho chiuso in questo modo per sottolineare la scarsa esperienza di lui, non “un pene ambulante” e nemmeno un gigolò. Lui ci credeva veramente ma era troppo giovane ed inesperto, ancora immaturo e credeva di fare colpo con quella frase:
    “Sono stato bravo?”
    Una frase che qualche volta compare nei film,nei libri, nei fumetti, una domanda che io trovo altamente inutile. Una domanda egoista.

  4. Picchealtro di cattivo gusto.

    Ma lui non si limita a dire: “Sono stato bravo”.

    Quando lei, già risentita, risponde piccata: ““Alla tua età si è bravi per forza” (e io quel “bravo” l’avrei messo tra virgolette), lui sottolinea il perché aveva bisogno di quella conferma.

    Sottolinea l’età, ergo che accidente ci credeva, non la vive come un incontro di anime, ma di corpi, uno giovane e l’altro meno.

    Che vuol dire “si è bravi con un partner giovane”? Che con uno meno giovane l’attrazione viene meno in aiuto?

    E infatti lei si copre il seno con il lenzuolo, finito l’essere uno, finita la confidenza: si copre come quando Adamo ed Eva si accorsero di essere nudi, e se ne vergognarono.

    E gli indica la porta. Perché nella sua esperienza, e nella sua dignità, sa bene che è meglio essere soli da soli, che soli in compagnia.

  5. Armelle si è risentita subito di quella domanda.
    – “Alla tua età si è bravi per forza” replicò Armelle un po’ piccata per quella domanda che aveva spezzato l’incanto.-
    Per lei quella domanda era inutile, anche se non fosse stato bravo non aveva importanza. E per questo ha risposto in quel modo.
    Quando poi lui ha proseguito dicendo: sì, è facile essere bravi ma con una ragazza giovane, Armelle ha capito di essersi solo illusa.
    Allo stesso tempo però non volevo mettere troppo in cattiva luce Patrick. In fin dei conti si è trovato in una situazione più grande di lui ed ha pensato di reagire fingendosi un nuomo fatto.

  6. Diemme, dici bene nell’ultima frase: “E infatti lei si copre il seno con il lenzuolo, finito l’essere uno, finita la confidenza: si copre come quando Adamo ed Eva si accorsero di essere nudi, e se ne vergognarono”.
    Era proprio il messaggio che volevo far trasparire.

  7. mi pare che il finale contrasti troppo con il resto del racconto, come se improvvisamente i due personaggi subissero una metamorfosi, soltanto che è talmente repentina da spiazzare il lettore lasciandolo dubbioso. Io toglierei il finale, mi fermerei a “Infine la sdraiò sul letto”.
    E’ comunque, al di là del finale un buon racconto, mi piacciono anche le immagini. Ciao Lucia

  8. uhm…preferirei fermarlo qualche riga dopo, quando lui pensa a come ringiovanisce l’amore. Ed infatti è lì che l’avevo fermato nella prima stesura. Però hai ragione Lucia, il finale non mi soddisfa del tutto ed è per questo che ho atteso a postarlo. Comunque sono racconti rapidi ed estemporanei, immagini che ho catturato durante le vacanze e non mi va di ritoccarle più di tanto. ( ciò non toglie che mi piace e accetto tutte le osservazioni).
    Preferisco lasciarle così, piene di difetti, come una foto sfuocata o sghemba.

  9. no, certo, non devi cambiarlo, ci mancherebbe, non volevo questo, e poi a volte le foto sfocate o sghembe sono le migliori, quelle che riflettono le nostre imperfezioni, perchè nessuno è perfetto, e alla perfezione si può soltando tendere. Ciao Lucia

  10. “Moon river wider than a mile
    I’m crossing you in style someday
    You dream maker, you heartbreaker
    Wherever you’re going I’m going your way
    Two drifters off to see the world
    There’s such a lot of world to see
    We’re after the same rainbows end
    Waiting round the band
    My huckleberry friend, moon river
    And me”

    Mi hai fatto tornare a uno dei miei film preferiti… Colazione da Tiffany… in cui, come nel tuo post, ci sono i diversi aspetti dell’amore con la a minuscola. Non sempre c’è un lieto fine. Non sempre si dicono le parole giuste. Non sempre si tratta d’amore o di passione o di sesso. Ma sempre si tratta di persone. Con i difetti, con le imperfezioni, con le parole dette male e al momento sbagliato.
    Lui qui non ci fa una gran figura. Rovina tutto miseramente. Lei difende la sua dignità, lei sa fermarsi quando il tacito patto dell’intesa si spezza.


    ora lo rileggo
    e
    metto in sottofondo la musica per cantare un po’ la dolce e triste “moon river”.

    ps: c’è magia nei tuoi post. a quando una colomba dal cilindro? eh eh, scherzo

  11. Ora che l’ho riletto e ho riletto anche tutti i commenti, mi viene semplicemente da pensare che lei è una donna matura, lui è un ragazzo acerbo. e il contrasto stride nelle parole che si rivolgono alla fine, più che nel tentativo di stare insieme almeno quella notte. la cosa che li accomuna è l’insicurezza: lei prenota il tavolo “per suo nipote” ed è poi immobile e impaurita… e il “nipote” che tenta di fare l’uomo, il macho, poi le porrà quella sciocca e brutta domanda…

    Davvero una bella coppia.

  12. pensa che colazione da tiffany è uno di quei film che devo guardare da una vita…
    Sì, in fondo la lettura che ne hai fatto è quella che volevo…due persone imperfette, con i loro difetti. Lei più matura ma in fondo nostalgica della propria giovinezza perduta. Lui ancora immaturo. Per una giornata sembra che questi due abbiano trovato un’intesa perfetta, fino all’attimo finale nel quale lui rovina tutto.
    Alla fine potrei aggiungerci lo sguardo sbalordito di lui, quasi incapace di capire, non consapevole di quello che ha fatto.

  13. Se diventi Presidente della Repubblica italiana un po’ di magia per risolvere un po’ di situazioni potrebbe venirti utile…

    Andalù andalù Berlusconi non c’è più
    Abracadabra magia bella va via pure il mortadella
    Hocus pocus e via Maroni che si leva dai co****ni.
    Una macumba a cielo aperto e va via pure l’Umberto

    *** Basta, ho il cervello in sciopero, buonanotte… ***

  14. Non esiste esperienza in amore, e non esiste età. Le delusioni fanno male, e sono sempre più cocenti, a mano a mano che il tempo restringe il campo d’azione dell’illusione.

  15. non so se sono più cocenti. Forse dipende dal grado d’illusione e di coinvolgimento. Io credo che con il tempo subentri una certa rassegnazione. Oppure una forza maggiore nel reagire e riprendersi.

  16. uhm…quello che hai detto mi fa pensare a quelle persone ormai avanti con gli anni che cercano di sentirsi giovani imitando appunto i ragazzi, diventando così patetici. Intendo dire le donne con scollature mozzafiato, ombelico con il piercing, microgonne e altri specchietti che ormai potrebbero oscurare. Oppure quegli uomini che sfoderano capigliature improbabili, orecchini (oddio…che patetici certi uomini ingrigiti con il brillantino all’orecchio),collane e pendagli.
    Questo per dire che non si invecchia solo nel corpo ma anche nell’anima e come dicono i vecchi, ogni stagione ha i suoi frutti.

  17. Dai se ti sei registrato metto su il tuo video al posto di Lennon 🙂 non fare il timido la canzone é stupenda regalamela e la mettiamo sul mio post 🙂
    Bye

  18. Che amarezza in questa storia…
    La vita lascia il segno sulla pelle delle persone e questi segni esteriori portano ad altri segni, questa volta nell’anima.

    Il non essere più in gioco, sentire che il tuo tempo è scaduto, sperare ancora una volta, provando le sensazioni di quando si era in gioco, per poi ricadere nella disillusione…

    Mi ricorda questo racconto uno dei pezzi di “Allegro ma non troppo”, quello sul “Prélude à l’après-midi d’un faune” di Debussy.

    Ma mi chiedo: è solo uno status sociale che fa sì che l’invecchiamento sia così difficile da sopportare? O è effettivamente qualcosa di insito nella nostra fisicità e l’impatto di questa fisicità “cambiata” sulla psiche ha un impatto deleterio?

  19. Non seguo più… sono d’accordo con Pan che chi non accetta gli anni che passano diventa ridicolo, ma se accettare i segni del tempo significa capire che non è più il caso di mettersi in mostra, ma soprattutto è ridicolo mascherarsi da giovani, ciò non toglie che rimane fermo e inalienabile il diritto all’amore e, vi dirò, il diritto a un sacco di altre cose, quali ad esempio sogni, progetti, entusiasmi e Q.A.

    (oh sì, assolutamente sì, ihihihihihihihih, scusa Pan, non ho proprio resistito… )

  20. il diritto all’amore rimane fermo e l’amore non ha età. In questa storia forse lei si riteneva più giovane del dovuto e quando lui, senza tatto, glielo ha fatto notare lei si è risentita. E lui stesso, ha avuto la presunzione di essere più maturo, più vecchio. Forse…se tutti e due fossero rimasti quello che erano…

    @emaki: io sono cresciuto ascoltando “Prélude à l’après-midi d’un faune”…

    @Xeena: folle e divertente bolzanina…mi piacerebbe essere un musicista delle parole. Per il resto rimango un pianista per diletto.

  21. Io non avevo letto quella di lei come una presunzione ad essere più giovane di quanto doveva…ma solo una voglia di essere amata, nonostante i segni del tempo…

    Da parte sua invece ho intuito maggiore consapevolezza, di avere a che fare con una persona non più giovanissima, ma di superarla…mi sembra che lui provasse un certo fascino verso di lei…è l’atto sessuale che gli ha fatto rendere conto che era rimasto affascianto, ma che comunque l’età c’era e in quel momento pesava di più…

  22. sì, questa è la prima interpretazione che gli avevo dato io, durante la stesura a penna. Al termine del racconto riportavo il pensiero finale di lui, che si rammaricava di essere troppo giovane per lei. O meglio, si rammaricava per la differenza d’età.
    Diciamo che come finale era meno triste e lasciava le cose in sospeso. Poi ho deciso diversamente e l’ho concluso, spegnendo questo amore appena nato.

  23. ne ho un paio di pronti, che ho trascritto. Devo solo decidere su quale timbro stare. Però forse viro di brutto e parlerò d’altro. Tanto per cambiare…

  24. il diritto all’amore c’è sempre a tutte le età. poi c’è il buon senso nel vestirsi e comportarsi in modo appropriato se non altro per rispetto verso se stessi. e anche questo vale a qualsiasi età.

  25. è vero che il diritto all’amore c’è sempre, però in fondo, in questa storia l’amore non c’era. Sarò anche un bacchettone ma per me è difficile credere che dopo un pomeriggio trascorso insieme si possa finire a letto.

  26. io non mi stupisco che possa accadere, di fatto accade. ma certo non è amore. questo è indubbio. e c’aveva ragione Troisi, c’aveva…
    “pensavo fosse amore, invece era un calesse”

  27. certo, non è il tuo caso…e poi Armelle, la protagonista, ha qualche annetto in più.
    🙂
    Comunque sia, il mondo è questo e bisogna imparare a guardarlo con più disincanto

  28. @osolemia: “accade … ma non a me …” sono parole che si dice quando si è giovani. Poi col tempo realizzi che tutto può accadere, anche quello che pensi che a te non sarebbe accaduto mai. La vita è lunga, gli stati d’animo tanti, e in alcune circostanze si può essere più inclini all’illusione, o si può voler strappare alla vita una parentesi alla quale si sente di aver maturato il diritto.

    Poi, certo, il peggio non è mai morto. Lei ha seguito l’istinto, si è lasciata andare ai sensi (alla sua età che dite, l’aveva maturato il diritto di regalarsi una notte senza rendere conto a nessuno?), e ha pensato che per lui fosse altrettanto.

    Che non fosse il grande amore ok, che fosse solo un momento per entrambi certo che era stato messo in conto, ma che per lui fosse una “prestazione”, in cui la controparte fosse non una persona, ma un’anziana donna con cui fare bella figura, ha riversato sulla storia uno squallore che non era necessario ci fosse, neanche in un momento che, se pure non era di Amore, nulla impediva che fosse di reciproco desiderio.

  29. Bonjour a toi, Pan!

    Armelle è una donna, io pure (almeno così mi pare di ricordare), mi pare ovvio che riesca a immedesimarmi più in lei che in lui.

    Ma non è solo questo: per me fare l’amore è un concetto talmente alto, che vederlo sporcato da una tale rozzezza mi fa ribollire il sangue.

  30. Tu as raison Diemme, sarà che ho ancora tanta strada da fare sui viali dell’amor e del sentimento, per cui non escludo che mi potrà accadere. Ah, la vita è lunga, può accadere di tutto, potrei decidere di cambiare sesso, di diventare presidente della repubblica, di rubare la schedina vincente del superenalotto, di chiedere l’elemosina in piazza navona, di andare a ballare la pizzica nel salento…e in ognuna di queste circostanze potrei trovarmi nella “necessità” o nella “volontà” di fare come Armelle… e chi ‘o sap, chi ‘o pò sape’?
    Comunque finora non è accaduto ancora niente di così sconvolgente. Mamma mia, sono troppo seria, me lo dicono tutti, anche i miei colleghi in reparto!

  31. @Osolemia: tu troppo seria? con quel sorriso che “buca il video” non si direbbe proprio…
    E mi piace anche quel possibilismo che leggo nel tuo ultimo commento…quel “potrei trovarmi nella necessità o nella volontà di fare come Armelle”…
    Sarà che sto attraversando un periodo con pochissime certezze e quelle poche pure confuse…quindi non posso che unirmi a te nel dire “chi ‘o sap, chi ‘o pò sape’” ovvero io ipoteche sul futuro non ne metto…

  32. chissà…magari Osolemia è veramente troppo seria e quel sorriso è qualcosa di innato, spontaneo. Ma da come scrive non si direbbe.
    Elle, una volta dicevo che preferivo avere molti dubbi e poche certezze. Ora non saprei, forse è preferibile avere solo i primi.

  33. sono seria, ma non seriosa.
    e sono giocherellona. questo sì. però il sorriso… beh, sì che è spontaneo, che ne so, sorrido sempre, io vedo le persone e non mi trattengo dal sorridere. ma in realtà non me ne accorgo, ma lo dicono gli altri che sorrido sempre. forse senza rendermene conto concedo in automatico il beneficio del sorriso (diciamo così) finché uno non fa niente di male nei miei confronti e in modo intenzionale.

  34. le persone con il sorriso in fronte sono sempre belle da vedere. Ci sono anche quelle che non sorridono ma hanno un’espressione particolare, una specie di trucco alla Gioconda e pare che siano sempre allegre.

  35. un’ espressione neutra ma indagatrice e quando sorride la piega è triste, rivolta in basso. E’ una donna con qualche rimpianto, uno in più del massimo consentito.

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